In bilico la proroga del Piano Casa in Puglia. Fino a qualche giorno fa sembrava che le misure per il rilancio dell’edilizia, in scadenza al 31 dicembre 2019, dovessero essere prorogate, senza modifiche, al 31 dicembre 2020.
La proroga dovrebbe essere l’ultima. Poi il Piano Casa lascerebbe il posto alle misure strutturali contenute nel disegno di legge sulla bellezza del territorio pugliese, in fase di approvazione. Durante la discussione del ddl per la proroga del Piano Casa in Consiglio Regionale, è stato però approvato un emendamento che ha causato una spaccatura nella maggioranza e il mancato raggiungimento del numero legale per l’approvazione della legge.
Il ddl prevede la proroga del Piano Casa al 31 dicembre 2020 e sposta al 1° agosto 2019, anche la data entro la quale gli immobili devono risultare “esistenti” per poter essere interessati dagli interventi di ampliamento o sostituzione edilizia.
Incentivi per la riqualificazione degli edifici, Green New Deal, green bond, sterilizzazione dell’Iva e incentivi ai pagamenti con moneta elettronica. Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera alla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (NAFEF).
Le misure, in parte già annunciate dal Ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, intervenuto domenica alla trasmissione “Mezz’ora in più”, e spiegate durante la conferenza stampa al termine del CdM, fanno parte della Manovra economica del Governo ed entreranno nel disegno di legge di bilancio per il 2020 che, prima di essere presentato alle Camere, deve affrontare l’esame della Commissione Europea.
Saranno quasi certamente prorogati gli incentivi fiscali per la riqualificazione energetica e la ristrutturazione degli edifici. La proroga non è una novità inattesa dal momento che i bonus trainano il mercato dell’edilizia. Ma non solo, visto che le detrazioni ben si coniugano con gli obiettivi di tutela dell’ambiente e riduzione delle emissioni inquinanti.
L’intenzione di prorogare le detrazioni per la riqualificazione degli edifici è apparsa evidente anche dalle dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi dal Ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, che però ha citato esplicitamente solo l’ecobonus e il bonus ristrutturazioni.
L’acquisto di immobili collabenti, come ad esempio dei trulli diroccati, può accedere all’agevolazione prima casa?
A chiarire la questione l’Agenzia delle Entrate nella Risposta 357/2019.
Immobili collabenti e agevolazione prima casa: il caso
L’Agenzia ha risposto alla domanda di una contribuente che chiedeva se fosse possibile applicare anche agli immobili “collabenti” le agevolazioni fiscali “prima casa”. L’intenzione era quella di acquistare un immobile “collabente” (ovvero quattro trulli diroccati con annesso pollaio e deposito) appartenente alla categoria catastale F/2, ristrutturarlo e, entro 18 mesi dall’acquisto, adibirlo ad abitazione principale.
L’applicazione dell’aliquota agevolata del 2%, infatti, può riguardare una casa di abitazione non di lusso situata nel Comune dove l’acquirente stabilisce, entro 18 mesi, la propria residenza.
L’Agenzia ha ricordato che accedono al beneficio fiscale le unità immobiliari che, sulla base di criteri oggettivi, risultino astrattamente idonee al concreto soddisfacimento di esigenze abitative (immobili censiti nel Catasto dei fabbricati nella categoria catastale A, escluso A/10 e ad eccezione di A/1, A/8 e A/9). Il trasferimento può riguardare un fabbricato concepito per uso abitativo ma in fase di costruzione al momento dell’acquisto.